Archivio articoli
Astrologia e Voice Dialogue: Sé primari e sé rinnegati (di Fabio Cassani)
Astrologia e Voice Dialogue:
Sé primari e sé rinnegati.
di Fabio Cassani
Tra le molte psicologie delle sub-personalità, il Voice Dialogue è quella che più ha attirato la mia attenzione, e questo per varie ragioni. Intanto per il fatto di averla provata di persona in maniera approfondita, e averne così constatato l’efficacia. In secondo luogo per la sua attitudine prettamente pratica, priva delle pretese spiritualistiche forse un tantino eccessive di alcune sue parenti illustri, prima tra tutte la psicosintesi di Assagioli.
Resta il fatto che i modelli di psicologia che dividono la personalità nei suoi aspetti minori, o “Sé”, dotati di una relativa forza ed autonomia[1], sono magnificamente applicabili ad una analisi astro-psicologica della carta di nascita. Inutile dire che questi Sé saranno, nella carta, i pianeti. Ognuna di queste sub-personalità si costruisce infatti intorno a un nucleo archetipico comune, che col tempo si arricchisce grazie all’esperienza unica e personale di ognuno di noi. E i pianeti, “personificazione delle funzioni vitali specifiche, simboli di veri e propri organi biopsichici”[2], li rappresentano perfettamente.
Dunque alla fine i Sé sono sempre gli stessi, perché la loro gamma di espressione è predeterminata archetipicamente. Sono soltanto tre i fattori che possono cambiare: la quantità e qualità di energia, dunque lo sviluppo e l’espressione, dei vari Sé; in che modo essi interagiscono tra di loro; il loro rapporto con la coscienza, ossia quali tra loro sono consapevoli e quali inconsci. Questi tre problemi sono strettamente intrecciati tra di loro, ed è impossibile affrontarli separatamente.
Sé primari e Sé rinnegati. Il Voice Dialogue si occupa particolarmente del processo di integrazione tra i Sé primari, ossia consapevoli, e i Sé rinnegati, dunque rimossi o comunque lontani dal campo della coscienza. Nell’ambito dei Sé rinnegati, il Voice Dialogue distingue ulteriormente tra Sé rinnegati veri e propri (Disowned selves), quindi rimossi dalla coscienza con un notevole dispendio di energie, e Sé non sviluppati (Undeveloped selves) che, al contrario dei precedenti, non hanno mai avuto occasione di emergere e dormono dunque sonni beati nell’inconscio. Oltre alla nostra predisposizione specifica, l‘educazione, l’ambiente e i valori nei quali nasciamo e cresciamo hanno una grandissima influenza nel decidere quali Sé diventeranno primari e quali verranno rinnegati.
Nell’ambito dell’astrologia psicologica, riconoscere e descrivere le dinamiche tra Sé primari e rinnegati è una delle più importanti attività su cui concentrarsi durante una consultazione. I Sé rinnegati infatti, ben lungi dallo scomparire, continuano a lavorare dall’inconscio, e il loro modo di esprimersi si concentra in due settori: quello delle relazioni, quasi sempre disfunzionali e segnate da fortissime proiezioni; e quello delle malattie e dei disturbi fisici. Si capisce dunque quanto questa operazione di esplorazione e comprensione della personalità possa avere un’importanza decisiva.
Sfortunatamente, però, è anche una delle più difficili. Se infatti esiste un consenso generale sulla coloritura, dunque sulla qualità, dei vari Sé (tutti gli astrologi sono d’accordo sul significato di un Sole in Capricorno o di una Luna in Pesci) la distinzione tra Sé primari e Sé rinnegati investe l’interpretazione dell’intero tema natale, dunque è molto più complessa. Un ottimo tentativo in questo senso è stato effettuato dalla scuola di Liz Greene, e i suoi seminari contenuti ne “I complessi psicologici nell’oroscopo” danno un primo orientamento, ma fondamentale. Occorre però “ritradurre” il suo linguaggio e i suoi riferimenti junghiani nel sistema della psicologia delle sub-personalità.
Sé e complessi psicologici. L’astrologia psicologica attuale nasce infatti sull’edificio dottrinale della psicologia junghiana, la quale non parla di Sé, bensì di complessi. Un complesso è una associazione di contenuti psichici relativamente autonomi e separati dalla coscienza. Essendo un associazione, ogni complesso può contenere vari Sé. Ad esempio la Persona, famoso concetto junghiano, è un complesso costituito dai vari atteggiamenti o tratti che vengono utilizzati per adattarsi all’ambiente. E’ facile però che essa aggreghi a sua volta vari Sé, tra cui ad esempio il Perfezionista, il Giudice interiore e l’Attivista. L’Io stesso è, secondo Jung, un complesso, costituito dai vari elementi psichici di cui sono consapevole[3]. Un Sé, al contrario, è una unità psichica discreta, non ulteriormente scindibile in altre sotto-parti. Vediamo concretamente la differenza tra queste due concezioni.
Nel tema in figura 1 possiamo ad esempio riconoscere un “complesso leonino” per la presenza del Sole, di Mercurio e Marte nel segno del Leone, che definisce un carattere forte, estroverso, generoso, pieno di energia e vitalità, eccetera. Altri complessi sono ad esempio il doppio sestile del Sole al trigono Urano-Saturno, o ancora il quadrato a T Plutone-Venere-Giove. Ognuno di questi complessi definisce un tratto essenziale del carattere, legato al maschile interno e alle doti di affermazione, volontà e realizzazione, oppure- mi riferisco al quadrato a T che coinvolge Venere- al particolare modo di approcciarsi all’amore e alle relazioni.
Ogni Sé è invece una delle componenti discrete di questi complessi, e può- in quanto tale- entrare a far parte di vari complessi. In questo senso, il Sé solare del nostro esempio avrà una tonalità leonina e sarà naturalmente collegato ai Sé mercuriali, saturniani e uraniani; il Sé venusiano avrà una tonalità lunare-cancerina e agirà in sincrono con i Sé gioviani e plutoniani, e così via.
Figura 1: soggetto femminile, nato il 06-08-1972 ore 19.40 a Bologna
Energetica psichica. Ho già descritto in un precedente articolo dedicato al Voice Dialogue quali siano i punti del tema in grado di conferire energia a un Sé e farlo così emergere alla coscienza: mi riferisco ai due luminari, all’Ascendente, al Medio Cielo e, tra i pianeti personali, in particolare a Marte. I governatori dei segni occupati (Medio Cielo a parte), e i pianeti legati con forti aspetti a questi punti del tema, hanno molta energia e formeranno dunque tratti peculiari della personalità. Molti tra di essi saranno i cosiddetti Sé primari. Torniamo al nostro tema in figura 1: il Sole, insieme a Mercurio e Marte, in Leone, la Luna e Venere nel Cancro e l’Ascendente Capricorno delineano i tre più importanti Sé primari della persona. Tuttavia il Sole e Saturno sono pianeti naturalmente “nemici”: come interagiranno tra di loro? Oltre a questi elementi, abbiamo Nettuno in una posizione particolare, congiunto al Medio Cielo ma privo di contatti con i pianeti personali (escluso un quinconce con Venere) e oltre a lui Urano, sestile al Sole e quadrato alla Luna: in che modo saranno espressi questi pianeti? Entrambi possono candidarsi al rango di Sé primari, per la loro quantità di energia, ma sarà essa sufficiente? Questi interrogativi ci introducono alla considerazione delle varie dinamiche tra Sé primari e Sé rinnegati, che costituiscono la maggiore difficoltà nella lettura del tema.
Il complesso del tema e le funzioni psicologiche. In astrologia gli Elementi rappresentano le quattro energie fondamentali. Liz Greene le ha paragonate alle funzioni della coscienza nella psicologia junghiana, secondo questo schema: Fuoco – Intuizione; Terra – Sensazione; Acqua – Sentimento e Aria – Pensiero[4]. In linea di massima, due di queste energie tendono ad essere primarie e due rinnegate; inoltre, seguendo lo schema della psicologia junghiana, esisterebbe una incompatibilità naturale tra l’intuizione- Fuoco, e la sensazione- Terra, e tra il sentimento- Acqua e il pensiero- Aria. Questo schema può dare un buon orientamento di massima, ma non dovremmo prenderlo in maniera troppo rigida se non vogliamo incorrere in grossolani errori.
Quando infatti questa incompatibilità riguarda dei Sé molto potenti a livello energetico, come nel nostro tema di riferimento il Sé legato a Saturno-Terra e quello legato al Sole-Fuoco, sarà ben difficile che uno dei due Sé rimanga rinnegato a lungo. Questo Sé ha troppa energia, e uscirà fuori comunque. Al principio, potrà esserci un’alternanza tra i due Sé, a seconda delle situazioni, degli ambienti, delle persone con cui si interagisce o anche delle fasi della vita che si attraversano. Non appena però si formano un Io e una coscienza più solidi e stabili- in genere dall’adolescenza in avanti- la persona troverà un modo per far interagire e coesistere le due energie “nemiche”. La coesistenza non sarà né semplice né stabile, e i due Sé balleranno per un certo periodo di tempo, a cavallo tra la condizione di primarietà e di rimozione. Ma l’individuo avrà in genere ben presente il suo dissidio interiore, e lavorerà in maniera intensa per cercare di superarlo.
Poniamo invece che, nel tema in questione, Venere non fosse in Cancro bensì in Gemelli; sarebbe allora l’unico pianeta personale in un segno d’Aria, un serio candidato dunque alla qualifica di Sé rinnegato, anche perché la sua energia relativamente scarsa (rispetto ai Luminari ad esempio) le renderebbe difficile emergere. Questo Sé rimarrebbe nel suo status di rinnegato molto più a lungo di quanto farebbe un Sole o un Ascendente nelle sue condizioni, e sarebbe più difficile per la persona integrarlo e raggiungerne la consapevolezza.
L’importanza degli aspetti. Gli aspetti definiscono in maniera quasi sempre chiara il modo in cui le sub-personalità interagiscono tra di loro. Intanto la presenza di un aspetto collega in modo evidente l’espressione di due o più Sé, che tenderanno così a interagire in maniera stabile e concreta, anche se le modalità della loro interazione potrà variare notevolmente nell’arco della vita. In questo quadro di fondo, gli aspetti più semplici (trigono, sestile, congiunzioni armoniche) indicano che i due Sé in oggetto si attivano in contemporanea, e che la loro interazione è relativamente agevole. Inoltre i due Sé tendono a fare parte dello stesso sistema psichico: dunque, o sono entrambi coscienti, o entrambi inconsci. Al contrario, gli aspetti difficili (quadrato, opposizione, le altre congiunzioni) faranno attivare comunque i due Sé in contemporanea, ma in maniera ovviamente non armonica. Intanto, faranno parte di due sistemi psichici diversi, per cui quando uno dei poli sarà conscio l’altro diventerà inconscio, e viceversa. In secondo luogo, essendo comunque attivi in contemporanea, il polo inconscio dei due ostacolerà e “inquinerà” l’espressione del Sé conscio. Questo è vero soprattutto nell’ambito del quadrato, mentre l’opposizione tende piuttosto a una alternanza nell’espressione dei due Sé in questione. Ad ogni modo, la prima conseguenza di questa dinamica è piuttosto semplice: nell’ambito di un aspetto dissonante, il più forte tra i due Sé implicati sarà primario, l’altro rinnegato. Inoltre, quando ci si trova dinanzi a configurazioni più complesse (come un quadrato a T, oppure una opposizione in aspetto a un pianeta che fa da Punto di Talete tra gli altri due) è frequente che i due pianeti dalla natura più affine si alleino per relegare l’altro allo “status” di Sé rinnegato.
Applichiamo subito questa lettura al nostro tema: noteremo allora che Urano, per esempio, si colloca in una condizione particolare, essendo sestile al Sole ma quadrato alla Luna. E’ un serio candidato alla qualifica di Sé rinnegato (è quadrato alla Luna che è in trono, dunque è un Sé primario, molto più forte di lui) ma potrà anche oscillare e diventare in certi periodi od occasioni particolari, grazie al sestile al Sole, un Sé sostanzialmente primario. Nell’ambito del quadrato a T Venere-Giove-Plutone, invece, è presumibile che Venere e Giove, che hanno una natura simile per certi versi, si coalizzino per confinare Plutone nei meandri dell’inconscio, da dove peraltro continuerà a esercitare la sua influenza.
Anche questo schema sugli aspetti comunque non va preso esattamente alla lettera. Esistono infatti pianeti, dunque energie, sostanzialmente incompatibili (Sole-Saturno, Luna-Urano, Marte-Nettuno eccetera) che anche quando sono impegnati in aspetti semplici non danno affatto la garanzia di collaborare amabilmente tra loro. Nel nostro tema il sestile Sole-Saturno può dunque facilitare la collaborazione dei due archetipi, che rimarrà però sempre almeno in parte problematica. Il contrario si può dire per pianeti dalle energie affini, come ad esempio Venere-Giove o Mercurio-Urano o Luna-Nettuno. Così, l’opposizione Venere-Giove non implica per forza che i due principi si escludono a vicenda, anche se la loro espressione potrà essere eccessiva, altalenante o impoverita.
I pianeti agli angoli. Tutti i pianeti angolari sono fortemente energizzati e costituiscono probabilmente dei Sé importanti, ma non è affatto detto che debbano essere Sé primari. Intano occorre fare una prima distinzione tra Ascendente e Medio Cielo da un lato, Discendente e Fondo Cielo dall’altro. I pianeti congiunti a questi due ultimi punti sono naturalmente soggetti a proiezione, sul partner e le persone con cui abbiamo legami importanti (Discendente) e sulle figure familiari (Fondo del Cielo). Il loro status naturale è dunque quello di Sé rinnegati. Se però questi pianeti sono legati tramite aspetti “scorrevoli” ai pianeti personali, è facile che siano ben integrati nella coscienza e dunque che siano Sé primari. I pianeti congiunti all’Ascendente e al Medio Cielo per contro sono sentiti come abilità o caratteristiche innate e naturali (Ascendente) o come eredità familiari con cui sentiamo una forte continuità o con cui ci identifichiamo (Medio Cielo). Ancora una volta però questo non decide automaticamente della loro sorte. E’ infatti importante che siano collegati ai pianeti personali, o tramite aspetti o tramite governo, soprattutto quando parliamo dei pianeti al Medio Cielo, che è un punto un po’ più astratto dell’Ascendente. Altrimenti, come scrive Liz Greene, “l’Io può non volere avere nulla a che fare con esso […] specie se è un pianeta esterno o un pianeta nemico dell’equilibrio globale degli elementi sulla carta, come Saturno all’ascendente di una carta di Fuoco, o Urano all’ascendente di una carta d’Acqua[5]”. Un siffatto pianeta all’Ascendente agirà alla stregua di una maschera, oppure di una serie di comportamenti del tutto automatici e quindi inconsci. Un pianeta isolato al Medio Cielo invece- è il caso di Nettuno nel nostro tema di esempio- sarà una sorta di “daimon” o destino familiare, che lavora dietro le quinte del sistema familiare.
I pianeti isolati. I pianeti isolati rappresentano naturalmente dei Sé rinnegati, almeno al principio. Questo non a causa della loro incompatibilità con altri elementi della personalità, bensì per la loro scarsa energia: essi infatti non sono in contatto con il flusso energetico complessivo dal tema, e finiscono quindi con l’assopirsi in una sorta di entropia, soprattutto se parliamo di pianeti collettivi. Sono quindi non tanto dei “Disowned selves” quanto degli “Undeveloped selves”, parti della personalità che non hanno mai avuto l’opportunità di svilupparsi. Quando questi punti del tema vengono sollecitati per la prima volta, “tendono ad avere una qualità mitica e molto arcaica[6]”. Essendo infatti scollegati dalla psiche personale, tendono a comportarsi come puri archetipi, e sono quindi associati a una grande ricchezza emozionale che può assumere connotati addirittura mitologici, del tutto staccati dalla realtà delle persone e delle situazioni che ci si trova di fronte. L’integrazione di questi Sé può essere dunque al principio piuttosto difficile, ma prima o dopo andrà comunque affrontata, visto che progressioni, transiti o relazioni interpersonali contribuiranno di certo ad attivare questi pianeti silenti.
Se ad essere isolato è un pianeta personale e specialmente uno dei due luminari- in particolare il Sole- il quadro che si presenta è alquanto diverso. Questi Sé si faranno comunque sentire, in un modo o nell’altro, perché sono troppo potenti. Se verranno proiettati, l’oggetto della proiezione assumerà uno status semi-divino e magico; altrimenti è possibile che la persona sviluppi una gigantesca Ombra e si identifichi con essa. Oppure, come fanno tutti, proietterà il Sole o la Luna su un individuo di sesso opposto e si “innamorerà” di lui…
I Sé “naturalmente” rinnegati. E’ un dato di fatto, a questo proposito, che a seconda del sesso della persona alcuni Sé vengano naturalmente- almeno al principio- proiettati. Si tratta dei Sé rappresentati dai pianeti “controsessuali”: sono la Luna e Venere per un uomo, il Sole e Marte per la donna. In realtà il Sole rappresenta il centro della personalità sia per l’uomo che per la donna, per cui la sua proiezione sarà in genere soltanto parziale, il che potrebbe non dirsi per la Luna e Venere nell’uomo.
Ci sono inoltre dei Sé che sono, per la loro natura intrinseca, più difficili da accettare e da integrare di altri. Penso ai pianeti transaturniani, e in particolare a Nettuno e a Plutone, simboli di energie transpersonali che l’individuo può avvertire come ingestibili o minacciose. Altre volte semplicemente queste energie sono troppo inconsce e più difficili di altre da “illuminare”, da portare alla luce. Questo è il motivo per cui, tra i Sé rinnegati, quelli collegati a Nettuno e a Plutone possono essere i più difficili con cui interagire.
Le dinamiche legate a Saturno. Nel Voice Dialogue hanno una grande importanza le dinamiche legate ai Sé “confrontatori”: sono il Giudice e il Critico Interiore. Questi Sé si dicono confrontatori perché assumono le sembianze di rigidi e severi genitori: sono la personificazione di quello che ci chiedevano di essere i nostri genitori quando noi eravamo bambini. Anche da adulti, questi Sé confrontano continuamente quello che noi siamo e facciamo con le richieste- presunte- del mondo esterno, e spesso in questo modo ci mortificano o ci svalutano. In realtà, essi agiscono per la nostra protezione, soprattutto per la protezione del nostro Bambino interiore: quello che essi fanno in pratica è proprio di riproporre la dinamica genitore-bambino. Il problema è che finiscono con l’esagerare, generando sentimenti di frustrazione e incapacità, e bloccando l’espressione di quella sensibilità ed emotività (Bambino) che essi vorrebbero in realtà proteggere.
Ebbene, questi Sé lavorano in maniera molto simile a quanto fa nel tema Saturno, e gli aspetti di Saturno spesso agiscono in base a questa dinamica. Una parte di noi, un nostro Sé, viene ritenuta inadeguata, e da lì prendono il via varie strategie di fuga e protezione che non fanno altro che bloccare alla lunga l’espressione di quel Sé. Questa è la ragione per cui i pianeti interessati da aspetti dinamici di Saturno rappresentano quasi sempre Sé rinnegati o perlomeno fortemente menomati nella loro espressione. Anche di questo dovremo tenere conto nell’interpretazione del tema.
Le case d’acqua. Mentre le case IVa e VIIa si prestano particolarmente alla proiezione, le altre due case d’acqua (l’VIIIa e la XIIa) rappresentano campi di esperienza altrettanto inconsci che però tendono a rimanere sepolti il più delle volte nel profondo di noi stessi. E’ Arroyo che pone una particolare enfasi sul carattere inconscio ed automatico delle case d’acqua: “i pianeti che cadono in case d’acqua” scrive “spesso mostrano i fantasmi del passato che ancora ossessionano la persona, e il fatto che siano almeno in qualche misura inconsci spiega perché questi complessi energetici spesso tendano a indebolire l’orientamento conscio verso la vita[7]”. Del resto l’VIIIa casa si riferisce alle profonde paure del bambino di fronte alla comprensione della separatezza della madre, alle sue fantasie di distruzione e annientamento, ai suoi istinti più profondi e animaleschi: queste parti della personalità vengono facilmente rimosse con la crescita. La XIIa casa si riferisce invece a quelle parti o a quei Sé che l’individuo non è riuscito a integrare (opposizione alla VIa) nel corso della crescita. Secondo la Greene, i pianeti contenuti in questa casa indicano dei Sé che sono stati rimossi a livello familiare per tantissimo tempo: connettersi con essi a livello energetico è particolarmente difficile. Quindi i pianeti situati in XIIa casa rappresentano sempre dei Sé rinnegati, salvo pochissime eccezioni. I pianeti in VIIIa sono contattabili con più facilità, mentre quelli in XIIa rappresentano dei Sé rinnegati e disturbatori, e possono costituire un serio problema se non ci si confronta con essi.
Figura 2: soggetto femminile, nato 27-05-1962 ore 17.30 a Moyeuvre Grande, Francia
Un secondo esempio. Armati di queste regoline potremo ora tentare l’analisi di un altro tema, leggermente più complesso di quello visto in precedenza. Ne parlo con cognizione visto che la persona in questione è stata oggetto di un attento “screening” combinato da parte mia e di una mai amica, counsellor di Voice Dialogue. Il tema in figura 2 ha quattro pianeti angolari, un quadrato a T che coinvolge il Sole e un Grande Trigono. Il Sole è in Gemelli, l’Ascendente in Scorpione congiunto a Nettuno e la Luna in Pesci congiunta a Giove. Ma cominciamo a parlare in termini di Sé primari e rinnegati.
Il primo candidato al ruolo di Sé primario è Nettuno, congiunto all’Ascendente in Ia casa, governatore della Luna con la quale è in trigono; è inoltre trigono a Venere. Sia la sua forza sia l’integrazione con i pianeti femminili del tema sembrano non lasciare dubbi in proposito. Per quel che riguarda Plutone, governatore dell’Ascendente, il suo ruolo è più controverso: lo troviamo infatti quadrato al Sole-Gemelli, con il quale l’integrazione non si presenta semplice. Tuttavia la sua forza è notevole (si trova anche in Xa casa) per cui dobbiamo credere che si trovi in una condizione ibrida, in parte consapevole e in parte inconscio, a seconda anche dei periodi e delle situazioni.
Esaminiamo ora la situazione del Sole e della Luna. Il Sole in Gemelli è il punto focale del quadrato a T che coinvolge anche Giove e Plutone. Ovviamente c’è una grande enfasi su questo punto del tema e dunque su questo Sé, la cui espressione per la persona in questione non si presenta facile. Questo Sole in Gemelli infatti è circondato da tantissima Acqua (Luna in Pesci, Ascendente in Scorpione, Nettuno dominante) con cui si integra con difficoltà. Possiamo però presumere che questa difficoltà abbia spinto la persona a lavorare tantissimo su questo Sé, che si presenta dunque ai nostri occhi forte e importante, per quanto instabile. Detto questo, i nostri dubbi si addensano su Giove, che è in aspetto dissonante con due dei pezzi forti del tema. Riuscirà questa persona a esprimere Giove consapevolmente, un Giove congiunto alla Luna ma quadrato al Sole e opposto al governatore dell’Ascendente? Per quanto ne sappiamo, non ci riesce e quando lo fa lo fa con molta fatica.
Della Luna, in Pesci e congiunta a Giove, abbiamo già detto. Ma c’è un ultimo candidato alla qualifica di Sé primario: si tratta di Urano, congiunto al Medio Cielo, il quale però non governa nulla e fa “soltanto”, come aspetti un trigono a Marte. Cosa possiamo pensare di lui? Probabilmente esso agisce come destino familiare, in modo simile al Nettuno visto nel primo tema, e l’identificazione con questo Sé da parte del soggetto è modesta.
Gli altri due pianeti agli angoli si candidano senza tanti preamboli alla condizione di Sé rinnegati. Marte in Ariete al Discendente sembra alquanto scollegato dal complesso del tema, e così Saturno al Fondo del Cielo, che trigona- questo è vero- il Sole ma è anche in quadrato spaccato con la dominante Nettuno. Questi due pianeti formano insieme a Giove il trio dei più importanti Sé rinnegati della persona, e rispecchiano infatti le sue maggiori difficoltà: il radicamento (Saturno), la fiducia (Giove) e l’affermazione (Marte).
Conclusione. Oltre che attraverso le relazioni e i disturbi di salute, i Sé rinnegati possono manifestarsi anche in altri modi: tramite lapsus, commenti e irruzione improvvise di cui non sappiamo capacitarci; nei sogni, sotto forma di figure che ci inseguono, ci spaventano e ci minacciano; o ancora nei drastici cambiamenti di vita che hanno origine da ispirazioni improvvise[8]. Riconoscere e integrare queste parti ci può consentire non soltanto di migliorare la qualità delle nostre relazioni e del nostro benessere, ma ci permette anche di utilizzare ogni principio archetipico nelle sue accezioni più alte. Quando infatti un Sé è consapevole può esprimersi in una ampia gamma di modalità, dalle più semplici alle più elevate; l’interazione con la coscienza gli permette di evolversi, di crescere. Come dice Sasportas, “un archetipo è come un ascensore in un grande magazzino. Può lasciarvi al primo piano al reparto calzature per donna, al secondo al reparto abiti per uomo, oppure può portarvi direttamente al ristorante all’ultimo piano.[9]” Ma un Sé rinnegato difficilmente può andare oltre il seminterrato, dentro al quale assumerà probabilmente le sembianze di un rapinatore o di un parcheggiatore molesto. La lontananza dalla sfera della coscienza lo rende primitivo, brutale, inutile. Prendersi cura dei propri Sé è prima di tutto un atto di responsabilità e di amore verso sé stessi.
BIBLIOGRAFIA.
F. Errani Civita, “Il caleidoscopio interiore”, Edizioni MIR.
Hal e Sidra Stone, “Il Dialogo delle Voci: conoscere e integrare i nostri sé nascosti”, Ed. Amrita.
Hal e Sidra Stone, “Il Critico Interiore”, Ed. Gruppo Futura.
C.G. Jung, “Tipi psicologici”, Ed. Boringhieri.
L. Greene, “I complessi psicologici nell’oroscopo”, Ed. Astrolabio.
L. Greene, “La relazione interpersonale”, Ed. Astrolabio.
L. Greene e H. Sasportas, “Lo sviluppo della personalità”, Ed. Astrolabio.
S. Arroyo, “Astrologia karma trasformazione”, Ed. Astrolabio.
A. Barbault, “Trattato pratico di astrologia”, Ed. Astrolabio.
[1] Per una breve panoramica d questi modelli psicologici, vedi “Il caleidoscopio interiore”, di F. Errani Civita, Editore M.I.R., Introduzione.
[2] A. Barbault, “Trattato pratico di astrologia”, Editore Astrolabio, pag. 198.
[3] Vedi C.G. Jung, “Tipi psicologici” Editore Boringhieri, Definizioni.
[4] Vedi L. Greene, “La relazione interpersonale”, Editore Astrolabio.
[5] L. Greene, “I complessi psicologici nell’oroscopo”, Editore Astrolabio, pag. 80.
[6] Ibid., pag. 57.
[7] S. Arroyo, “Astrologia karma trasformazione”, Editore Astrolabio, pag. 29.
[8] F. Errani Civita, ibid., capitolo 1°.
[9] L. Greene e H. Sasportas, “Lo Sviluppo della personalità”, Editore Astrolabio, pag. 166.