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Il segno ascendente - Una lettura junghiana (di Fabio Cassani)

IL SEGNO ASCENDENTE

Una lettura junghiana

 

di Fabio Cassani

 

L’Ascendente è un punto veramente importante nell’ambito del tema natale. Rappresenta la nostra nascita, dunque la nostra predisposizione specifica ad affrontare le cose, a scegliere e a comprendere; rappresenta la nostra “unicità”. Del resto non è un mistero che il governatore dell’Ascendente, o un pianeta ad esso congiunto sia nella maggior parte dei casi la Dominante dell’oroscopo. Philippe Granger, astrologo-psicologo lacaniano, descrive ad esempio il significato della casa Ia come “il mostrarsi del soggetto, ciò che egli da a vedere, i suoi atteggiamenti, il suo comportamento di fronte agli altri, il modo in cui egli organizza il proprio Io e i meccanismi di difesa di quest’Io”[1]. Praticamente tutto.

 

Detto questo, ho pensato di proporre una lettura junghiana dei significati del segno ascendente. E’ questo un argomento forse un po’ trascurato dall’astrologia di orientamento psicologico, o comunque meno sviscerato dei significati psicologici e mitologici dei segni zodiacali e dei pianeti.

Tuttavia una lettura junghiana del significato del segno ascendente è senz’altro possibile, poiché lo psichiatra svizzero ha lasciato nei suoi scritti e nella sua pratica un’ampia gamma di strumenti per interpretare la simbologia di questo punto fondamentale dell’oroscopo. Vediamone alcuni.

 

L’Ascendente come funzione psicologica principale. Come è noto, Jung distingue innanzitutto la totalità della psiche in due grandi sistemi, il conscio e l’inconscio; a sua volta, l’inconscio si distingue in inconscio personale ed inconscio collettivo. Possiamo dunque immaginare la nostra mente come una sfera: nella parte superiore vi è la coscienza, in quella inferiore l’inconscio, personale e collettivo; e al centro, idealmente, l’Io. Una ulteriore suddivisione a cui Jung giunge è quella relativa alle quattro “funzioni fondamentali della coscienza”, che attraversano la sfera precedente come quattro punti cardinali: ossia il Pensiero, il Sentimento, la Sensazione e l’Intuizione. Queste sono Jung le funzioni psichiche fondamentali. Il Pensiero è la capacità di fare valutazioni logiche e razionali, il Sentimento è l’attività legata agli affetti alle emozioni, la Sensazione è la capacità di vedere le cose “per come sono”, in tutti i dettagli e i particolari, l’Intuito è la capacità di cogliere l’insieme e il divenire delle situazioni. Di queste funzioni, due, più differenziate (ossia più sviluppate), sono generalmente conscie, mentre le altre due rimangono nell’inconscio, di cui colorano i contenuti. Delle funzioni coscienti inoltre una è più sviluppata, mentre l’altra svolge perlopiù il ruolo di supporto. Ognuno di noi è predisposto a sviluppare in maniera maggiore una specifica funzione, a seconda del suo temperamento e dell’ambiente che lo circonda nei primi anni di vita.

 

Figura 1: lo schema delle funzioni della coscienza di Jung: dall’alto verso il basso, Pensiero, Sensazione, Intuizione e Sentimento. La disposizione delle funzioni è casuale. Le funzioni opposte tra di loro non possono mai “lavorare” insieme. Come si nota dallo schema, una funzione delle quattro è interamente cosciente, la seconda e la terza sono un po’ conscie un po’ inconscie, la quarta del tutto inconscia.

 

 

 

 

 

 

Liz Greene ha fatto un abbondante trattazione delle quattro funzioni di Jung, paragonandole ai quattro elementi dell’astrologia tradizionale. Ne accenneremo in seguito. Ora cercheremo piuttosto di valutare se e come il segno ascendente possa corrispondere alla funzione psicologica fondamentale.

Nella figura 1 salta subito all’occhio la somiglianza tra lo schema di Jung e la domificazione astrologica, in particolare per i due assi Ascendente - Discendente e Medio Cielo – Fondo Cielo. Tuttavia la somiglianza non è soltanto, diciamo così, estetica: è essenziale.

Secondo Jolande Jacobi, una delle più importanti collaboratrici di Jung, “sebbene dunque l’uomo abbia in sé costituzionalmente tutte e quattro le funzioni,” ”l’esperienza tuttavia ci dice che è prevalentemente una di queste funzioni quella con cui egli si orienta, afferra ed elabora, si adatta alla realtà”. “Questa funzione […] di solito si sviluppa e differenzia nel modo più intenso, diventa la funzione di adattamento dominatrice, da direzione e qualità all’atteggiamento cosciente, […] perciò è definita la funzione differenziata o superiore e determina il tipo dell’individuo”[2]. In maniera molto simile Sasportas, descrivendo il significato dell’Ascendente, sostiene che esso indica “le lenti attraverso cui percepiamo l’esistenza, l’enfasi che poniamo sulla vita, il modo in cui classifichiamo il mondo”[3]. Ma questa è appunto la descrizione della funzione psicologica più differenziata: noi ci relazioniamo e assimiliamo il mondo esterno in base alle sue peculiarità e alle sue caratteristiche.

 

Torniamo ora per un secondo alla trattazione della Greene riguardo la connessione tra elementi e funzioni psicologiche fondamentali. La famosa astrologa e psicoterapeuta collega l’Aria alla funzione Pensiero, l’Acqua alla funzione Sentimento, la Terra alla funzione Sensazione e il Fuoco alla funzione Intuizione[4]. Così bisognerà senz’altro aspettarsi che una persona con un segno d’aria all’ascendente, o con Mercurio e Urano sulla cuspide della Ia casa cerchino prima di tutto di comprendere e valutare razionalmente la realtà, di sviluppare la propria conoscenza, di astrarsi per vedere le cose da lontano e dall’alto. Chi ha un segno d’acqua, o Luna o Nettuno in cuspide Ia, tenderà al contrario a immergersi totalmente nella realtà e a sviluppare giudizi viscerali ed emotivi, sviluppando una potente dipendenza dall’ambiente e manifestando una estrema soggettività. Un segno di Fuoco all’ascendente permette una affermazione della personalità egocentrica e teatrale, permette di sovrastare l’ambiente e di imporsi ad esso grazie ad una energia e ad una personalità debordante. E così via: il principio dovrebbe essere chiaro.

Bisogna sottolineare come il Pensiero e il Sentimento siano secondo Jung funzioni antitetiche, e così la Sensazione e l’Intuizione. Queste coppie di funzioni designano processi psicologici opposti e quindi non possono mai “collaborare” tra di loro, non possono cioè essere la prima e la seconda funzione in ordine di importanza. Questo nella pratica complica alquanto le cose. In sostanza, ci si trova spesso dinanzi a funzioni che potrebbero svolgere almeno il ruolo di supporto, ma che in virtù del loro conflitto con la funzione principale finiscono per restare inconsapevoli. In questi casi si assiste a un profondo dualismo nell’individuo, che può tanto bloccarlo quanto spingerlo a una ricerca assai fertile nel tentativo di risolvere il problema. La funzione “negletta” è talmente potente da poter improvvisamente rimpiazzare, in determinate circostanze, la funzione opposta nel suo ruolo dominante, dando luogo al processo denominato da Jung enantiodromia (ossia conversione nell’opposto)[5]. Quando ciò accade l’intera vita di una persona può virare paurosamente da un estremo all’altro e cambiare completamente.

 

Figura 2: l’enantiodromia, ossia lo sviluppo abnorme di una funzione reca con sé i germi della funzione opposta, come nel Tao.

 

 

 

 

 

L’Ascendente e la Dominante. La nozione di “funzione psicologica più differenziata” si riallaccia strettamente a quella che in astrologia viene denominata la “Dominante”, ossia “il primo fattore in ordine di potenza” dell’intero tema: è la Dominante che, secondo Barbault, determina la “segnatura, espressione di uno stile generale, di un’etichetta sovrana che caratterizza a ma e composizione sintetica di un essere e di un destino”[6]. Quasi le stesse parole usa la Jacobi, per la . quale “il tipo psicologico designa quindi un habitus generale” che condiziona il comportamento davanti a ogni tipo di esperienza. Determinare la Dominante di un tema non è affatto un semplice gioco matematico dell’astrologo: serve a classificare il soggetto secondo i tipi astrologici, come il Marziano, il Lunare, il Saturniano e così via. Inoltre la Dominante condiziona l’espressione di tutti gli altri fattori della carta, motivo per cui non è possibile ignorarla. Nella maggior parte dei casi è proprio il governatore dell’Ascendente o un pianeta ad esso congiunto a esercitare questa funzione di segnatura: lo dice la tradizione e lo conferma l’esperienza. In questi casi il Medio Cielo svolgerà la funzione di Super-Io e, insieme, di funzione psicologica di supporto. Altre volte è invece un pianeta al MC a svolgere la funzione di dominante: allora i ruoli si invertono, ed è l’Ascendente ad esprimere la seconda funzione in ordine di importanza. Tuttavia, almeno secondo la mia esperienza, un pianeta al MC ha bisogno di un maggiore supporto a livello di aspetti e di “governo” rispetto a un pianeta all’Asc., per essere davvero dominante.

Il Discendente e il Fondo del Cielo (o meglio la VIIa e la IVa casa rispettivamente) simboleggiano invece, in genere, le due funzioni psicologiche meno sviluppate e quindi inconsce. Facilmente esse verranno proiettate nelle relazioni (Discendente) o sui genitori (Fondo del Cielo). Ma questa è un’altra faccenda.

Tornando ora alla figura 1, noteremo un’unica ma importante differenza con la prassi astrologica: ossia, la funzione sviluppata non è (in genere) quella più in alto (MC) ma quella a sinistra (Asc.).

 

A questa mappa delle funzioni che è una vera e propria topografia psicologica dell’individuo Jung affianca l’esame dell’atteggiamento, che può essere estroverso o introverso. In linea di massima si può dire che i segni maschili sono più estroversi e quelli femminili più introversi, ma in questo campo a mio parere il segno ascendente ha un’importanza minore ed entra in gioco bensì l’esame dell’intero tema natale, per cui è forse il caso di passare oltre.

 

Figura 3: caso “da manuale”, soggetto con Asc. Sagittario e Giove opposto all’Ascendente, Medio Cielo in Bilancia insieme a Luna e Venere. L’intuizione è la funzione principale (Giove) appoggiata dal pensiero (Bilancia). L’atteggiamento è estroverso. L’integrazione tra Sole Vergine e Ascendente Sagittario appare problematica.

 

 

Questo discorso sulla Dominante merita un’altra considerazione. A mio parere non si può dire che, ad esempio, la posizione e gli aspetti del Sole siano meno potenti e caratterizzanti di quelli dell’Ascendente; tuttavia i primi hanno meno importanza nel determinare la Dominante perché riflettono meglio il sentimento interno e l’autocoscienza, mentre l’Ascendente riflette molto più nettamente il comportamento manifesto. Per questo trovo particolarmente calzante la definizione di Arroyo dell’Ascendente come specchio dell’IDENTITA’ NELL’AZIONE[7], da non confondersi con l’autocoscienza perché i comportamenti riflessi dall’Ascendente sono talmente naturali ed automatici da risultare spesso inconsapevoli. Al contrario dell’Ascendente il Sole indica invece come noi IMMAGINIAMO noi stessi e la vita, il che può coincidere assai relativamente con il comportamento manifesto.

 

Menzioniamo ancora un’ulteriore ipotesi: quella di un Ascendente che, nonostante tutto, non incarni né la funzione psicologica più differenziata e nemmeno la Dominante, ma sia esso stesso un elemento rimosso della personalità. E’ sufficiente che un pianeta al MC incarni la funzione opposta e sia più potente del Governatore dell’Ascendente. Questi sono casi in cui regna una grande insicurezza nella vita dell’individuo: egli non sarà mai certo delle sue reazioni istintive e delle sue capacità naturali; probabilmente mancherà notevolmente di autostima. Per fortuna non è un evento molto frequente.

 

Figura 4: esempio di Ascendente che incarna una funzione inconscia. L’Ascendente infatti è Acquario (Pensiero) ma Nettuno (Sentimento) è dominante al Medio Cielo, governando anche Sole, Mercurio e Venere (peraltro tutti in Ia casa). Questa persona nutriva grossissimi dubbi sulla sua intelligenza e le sue capacità intellettuali, peraltro notevoli, e aveva anche  problemi di autostima. A quel che ne so “proiettava” tutte le sue capacità di pensiero sulla sorella (guarda caso un Acquario).

 

 

L’Ascendente come Persona. Si dice spesso che l’Ascendente rappresenti il nostro “primo impatto” sugli altri, il modo di presentarsi, la prima impressione che si fa. Come simbolo della nascita appare del resto del tutto logico che esso simboleggi il nostro modo di porsi e quindi di “nascere” in ogni relazione e in ogni situazione in generale. Il modo tipico di porsi dell’uomo rispetto all’ambiente viene da Jung denominato “Persona”, nella sua accezione latina di “maschera”. La Persona coincide quasi interamente con la funzione psicologica più differenziata, e costituisce “un segmento dell’Io, quello appunto che è rivolto al mondo esterno”[8]. Jung la definisce così: “La Persona è perciò un complesso di funzioni che, costituitosi per ragioni di adattamento o per bisogno di comodità, non è tuttavia identico alla individualità. Il complesso funzionale della Persona si riferisce al rapporto con gli oggetti”[9]. Per cui la Persona è quella parte della nostra personalità che si occupa dell’adattamento all’ambiente, nata dal compromesso tra la predisposizione individuale (l’Ascendente) e le richieste appunto dell’ambiente (il Discendente). L’identità tra segno Ascendente e Persona diventa chiarissima nel seguente passo della Jacobi, secondo cui “fanno parte della Persona […] le nostre peculiarità abituali a riguardo della nostra apparenza, come il portamento, il modo di camminare, la pettinatura, l’abbigliamento, e le nostre smorfie e tic, il nostro sorridere e sospirare consueti e altro ancora”[10]. E così, la “Persona” mercuriale è svelta e ironica, quella venusiana amabile e conciliante, quelle marziale volitiva e schietta o chiaramente aggressiva..

 

Figura 5: la Persona è la parte dell’Io rivolta verso il mondo esterno, e coincide con la funzione psichica più sviluppata. E’ importante che essa non avviluppi l’Io impedendogli i contatti con il mondo interno.

 

 

 

 

 

Gli aspetti di opposizione tra l’Ascendente ed eventuali pianeti posti nella settima casa modificano  la formazione della Persona e rappresentano istanze pressanti provenienti dal primissimo ambiente di cura del bambino a comportarsi in questo o quell’altro modo. Queste istanze potranno poi venire più o meno integrate nella personalità: la mancata integrazione determinerà invariabilmente una pesante proiezione che investirà tutto il settore delle relazioni (secondo il tradizionale rapporto settima casa – relazioni). Lo stesso può dirsi per i quadrati che interessano l’Ascendente dalla quarta o dalla decima casa, ma forse qui si tratta di pressioni ricevute più tardi, nell’importantissimo momento della risoluzione del complesso di Edipo e della formazione del Super-Io.

 

La Persona, quindi l’Ascendente, nasconde però un pericolo: quello di occultare la nostra vera individualità, di ostacolare una piena espressione della personalità in nome dell’adattamento. Perché la Persona funzioni bene infatti essa deve tenere conto tanto delle predisposizioni individuali quanto delle richieste dell’ambiente. Se una delle due istanze viene trascurata in nome dell’altra, avremo in un caso un grigio “uomo-massa”, nell’altro un ribelle o un eccentrico fine a sé stesso.

Nel migliore dei casi, “la Persona è una specie di baluardo protettivo necessario ma elastico, che […] assicura una relazione facile, uniforme e relativamente naturale con il mondo esterno”[11].  Perché ciò accada, la cosa più importante è che vi sia armonia tra l’Ascendente e i pianeti eventualmente ad esso collegati, il Sole e la Luna, che rappresentano i più importanti principi dell’inconscio collettivo. In pratica è essenziale che il Sole partecipi alla dominante planetaria, o almeno abbia con essa dei valori similari. Gli aspetti positivi sono utili ma non indispensabili, perché già l’affinità per elemento tra i due luminari e l’ascendente possono garantire una buona comunicazione tra il conscio e l’inconscio. La congiunzione tra i luminari_ soprattutto il Sole_ e l’Ascendente non è invece positiva, perché impedisce la necessaria dialettica psichica tra il conscio e l’inconscio, con il rischio di infantilismo cronico e di “dimezzamento” del segno, come descritto brillantemente da Lisa Morpurgo.

 

Figura 6: con quattro astri, tra cui il Sole e la Luna, appiccicati all’Ascendente, questo soggetto deve fare i conti con una profonda mancanza di consapevolezza e un carattere infantile (come lei stessa ammette..).

 

 

L’identificazione con la Persona. Se questa armonia tra conscio e inconscio invece non esiste, la Persona si può irrigidire e la conseguenza può essere l’identificazione con la Persona (ossia, ricordiamolo, con l’Ascendente). Una Persona rigida, infatti, avviluppa_ se così si può dire_ l’Io da tutti i lati e ne impedisce la comunicazione con i lati inconsci della personalità. Questa identificazione è una ricca “sorgente di nevrosi”, causa di “fisime, affetti, angosce, ossessioni, debolezze, vizi e così via”[12]. In questa situazione, lo strapotere del segno ascendente rischia dunque di trasformarsi in una difesa contro sé stessi e in un blocco dello sviluppo della personalità. Contrariamente a quanto alcuni libri di astrologia vorrebbero farci credere[13].

La connessione dell’Ascendente e della Casa prima con i meccanismi di difesa era stata evidenziata tra gli altri da Philippe Granger, nel trafiletto che ho citato al principio dell’articolo. Vale la pena ricordare come i meccanismi di difesa siano strategie_ in genere_ inconsapevoli che l’Io mette in atto per proteggersi da situazioni, pulsioni e sentimenti insopportabili e angosciosi. In questo senso si potrebbe dire che l’Ascendente, oltre al modo di agire ed esprimersi, indichi anche la nostra maniera di nasconderci. I meccanismi di difesa sono stati esaminati e descritti da Freud e dagli analisti post-freudiani, e mentre alcuni sono universali (come il meccanismo della proiezione) altri sono a mio parere tipici di alcuni Elementi piuttosto che di altri.

Troveremo ad esempio più spesso la razionalizzazione e la sublimazione nei segni d’aria. La razionalizzazione, mettendo ordine nel caos del mondo, riduce l’angoscia degli eventi. E la sublimazione può tramutare una pulsione inaccettabile in un prodotto di valore sociale e culturale, come un lavoro artistico o intellettuale. Questi meccanismi sono alquanto naturali per i segni d’aria, molto più difficili per gli altri. Tra i segni d’acqua (ma anche per chi ha Venere dominante) potremo invece trovare l’introiezione come meccanismo di difesa tipico. Troppo empatici ed influenzabili, i segni d’acqua assorbono ed introiettano le caratteristiche delle persone che li circondano: questo crea una barriera protettiva contro i lati irrisolti e angoscianti della loro stessa personalità.

Per i segni di terra (come anche per gli individui a dominante plutonica) è invece la rimozione il meccanismo di difesa più frequente. Bisognosi di sicurezza e stabilità, pragmatici ma non altrettanto razionali dei segni d’aria, essi trovano più facile il cancellare dalla memoria eventi esterni e caratteristiche interne capaci di perturbare il loro equilibrio. Quanto ai segni di fuoco, cavallereschi e di alti ideali, li vediamo spesso impegnati nella negazione delle loro pulsioni più basse.

Il segno ascendente può dirci molto su quali sono le strategia di difesa più utilizzate. Naturalmente quanto più ci si identifica con esso tanto più i meccanismi sono rigidi e implacabili, fino ai limiti della patologia.

 

Lungi dal limitarsi a bloccare la crescita e l’espressione della personalità, l’identificazione con la Persona può anche provocare problemi relazionali. Secondo Jung infatti esiste un rapporto di complementarietà tra la Persona e l’Anima (o Animus per le donne), che è quel complesso o funzione psicologica che regola i rapporti tra l’Io e l’inconscio. In un tema maschile sono la Luna e Venere a rappresentare l’immagine dell’Anima, mentre in un tema femminile la stessa funzione viene esercitata dal Sole e da Marte. Fatto sta che quanto più una Persona è forte e rigida, e quanto più ci si identifica con essa, tanto più l’Anima è inconscia, primitiva e proiettata al di fuori dell’individuo. Questa persona sarà allora molto vulnerabile in tutte le sue relazioni. Non solo si innamorerà di proiezioni invece che di persone reali, ma sarà nell’ambito dei rapporti incredibilmente debole ed effeminato, come se l’Anima ne prendesse possesso.

E’ possibile anche il contrario: per contrastare la sua Anima che egli percepisce così potente e minacciosa, questa persona si mostrerà dura, fredda e inflessibile, mostrerà una sorta di virilità artificiosa, fino a provocare comunque la rottura e il fallimento delle sue relazioni. Il risultato finale non cambia[14].

 

La rigidità della Persona rende anche estremamente vulnerabili verso il proprio mondo interiore, proprio perché esso viene rifiutato in blocco. Se i motivi archetipici presenti nell’inconscio collettivo cominciano a insinuarsi nelle maglie della personalità, avremo chi, “divenuto preda di deliri di grandezza o di meschinità, crede ad esempio d’essere un eroe, un redentore dell’umanità, un vendicatore, un martire, un rifiuto sociale, una donna fatale e così via”[15]. Sarà cioè il fantoccio delle sue grandezze archetipiche, da cui verrà posseduto senza minimamente rendersene conto. Quando esse diventano abbastanza potenti, si verifica l’enantiodromia (vedi figura 2).

 

 

L’Ascendente nel processo di individuazione. Che avvenga in maniera naturale o a causa di un blocco drammatico, è comunque necessaria una evoluzione rispetto al modo in cui sentiamo ed esprimiamo inizialmente i valori del segno ascendente. In un primo tempo infatti l’Ascendente_ o Persona, o funzione psicologica differenziata, o Dominante_ è soltanto “un segmento più o meno accidentale o arbitrario della psiche collettiva”, una “maschera che simula l’individualità”[16]. L’adattamento all’ambiente è infatti l’unico scopo della Persona. Tuttavia, dice Jung, “sarebbe ingiusto fermarsi a questo punto, senza riconoscere in pari tempo che nella caratteristica scelta e definizione della Persona è già insito qualcosa di individuale”[17]: bisogna dunque scremare e distinguere, a un certo punto, ciò che nella Persona è predisposizione individuale e ciò che è derivato dall’adattamento all’ambiente. Una volta compiuta questa operazione è possibile incamminarsi verso la strada dell’integrazione della personalità, che Jung chiama individuazione[18].

 

Secondo Jung il processo di individuazione si compie in due fasi ben distinte: la prima è centrata sull’adattamento al mondo esterno, dunque sul rafforzamento dell’Io, la netta differenziazione di una funzione psicologica rispetto alle altre e la costruzione di una Persona efficace. In questo primo periodo è dunque necessario lavorare e valorizzare al massimo le doti riflesse dal segno Ascendente e dalla Dominante. Nella seconda fase invece occorre esprimere la totalità della personalità, le proprie “realtà interiori” che magari fino a quel momento erano rimaste silenti o nascoste, per incoscienza o per necessità. In questa fase quel che avviene è un progressivo spostamento del “baricentro della personalità”. Se infatti inizialmente l’Io si identifica quasi esclusivamente con l’Ascendente, ora tenderà a spostarsi in una posizione più centrale nell’ambito del complesso della personalità, fino a riflettere le qualità tanto del segno Ascendente quanto del Sole e in misura minore della Luna e di tutti i pianeti personali. Spesso è il transito di opposizione di Urano alla sua posizione di nascita a segnare questo radicale “cambio di rotta” nel processo di evoluzione personale.

 

Questo fase di presa di distanza dalla Persona corrisponde anche al processo di disidentificazione dai frammenti parziali della personalità di cui parla la psicosintesi di Assagioli. Secondo Assagioli soltanto l’allontanamento dal ruolo con cui ci identifichiamo nel mondo rende possibile la centratura in sé stessi, la connessione con quel Sé transpersonale che in astrologia corrisponde al Sole[19].

 

Ma una volta che questo cambio di rotta è avvenuto il ruolo dell’Ascendente rimane pur sempre fondamentale. Soltanto esso può infatti compiere il viaggio di scoperta interiore che lo aspetta ora.

 

Figura 7: caso di “dissoluzione della Persona”. In questo soggetto inizialmente Saturno al MC aveva fatto lega con l’Ascendente Vergine nello spingere verso uno stile di vita estremamente controllato e auto-repressivo: egli studiava al conservatorio e voleva farsi prete. Ma non è riuscito nel suo intento: il Sole-Acquario, appoggiato da Urano al MC, ha reagito spingendolo, col tempo, a uno stile di vita a lui più confacente e tipicamente acquariano (caratterizzato ad esempio da impegno politico e varie relazioni anticonvenzionali). L’interesse per la religione è rimasto, ma è “virato” verso il buddhismo.

 

L’Ascendente da superficie a centro della personalità. Tanto Liz Greene quanto Howard Sasportas concordano nel ritenere l’Ascendente più indicativo della personalità e il Sole dello scopo profondo dell’esistenza, del “progetto di vita” per dirla come Lidia Fassio. “Il Sole è la ragione per cui siamo qui, l’Ascendente è il modo per arrivarci”[20] dice Sasportas. Il Sole esprime dunque la natura spirituale profonda, l’Ascendente la personalità concreta. Il fatto è che riuscire a farli incontrare è tutt’altro che semplice.

Bisogna convincere l’Ascendente, nato per farci adattare e sopravvivere nel mondo esterno, a rivolgersi all’interno. Questo è talmente innaturale che occorre generalmente una piccola o grande crisi per convincerlo a mutare orientamento. Durante questa crisi avviene intanto quella scrematura tra lati individuali e collettivi della Persona di cui ho parlato sopra. A questo punto la Dominante è pronta ad intraprendere quel viaggio interiore ed esteriore che le permetterà, alla fine_ forse_ di raggiungere il Sole.

Numerosi miti ed opere letterarie raccontano il viaggio iniziatico di un Eroe che, attraverso varie prove, riesce infine a raggiungere la meta. E vi giunge trasformato, in seguito al confronto con le figure del suo inconscio. Ogni eroe ha le sue peculiarità: Ulisse è una figura più mercuriale, Ercole solare e marziana, Faust saturniana, e così via. Ed è la Dominante, a rigor di termini, a determinare quale eroe noi siamo: il Sole rappresenta di più il tipo di viaggio che saremo chiamati a svolgere, i personaggi che incontreremo, il clima e il paesaggio che ci circonderanno. Il Sole “è un simbolo di ciò che deve essere conseguito”, e “molto probabilmente l’individuo lo conseguirà soltanto con difficoltà”; “simboleggia il cammino, la meta, non la macchina con cui si viaggia – fino a che le due cose non diventano una”[21].

 

Figura 8: esempio di integrazione difficile: il Sole-Leone (intuizione) è quadrato a Nettuno-Medio Cielo (sentimento) e rappresenta una funzione opposta rispetto all’Ascendente Capricorno (sensazione). Il soggetto in questione “paga” tutto questo con problemi di dipendenza dall’alcool e dagli stupefacenti, difficoltà lavorative e finanziarie, eccetera.

 

 

Le tappe di questo viaggio sono state da Jung ampiamente studiate e, per così dire, codificate, per cui non è il caso di starle a ripetere estesamente. In ogni caso la prima tappa è sempre l’integrazione dell’Ombra, che racchiude tutto il rimosso “tradizionale” già studiato da Freud, quindi in gran parte pensieri e pulsioni aggressive e sessuali irrealizzabili o comunque in conflitto con la coscienza. L’inconscio personale è racchiuso in sostanza nelle tre case d’acqua: la IVa, l’VIIIa e la XIIa, ognuna delle quali a diverso titolo ha a che fare con desideri dimenticati e sepolti fin dall’infanzia[22].

Segue il confronto con le figure transessuali della psiche, l’Anima e l’Animus, che fungono da ponte verso i contenuti dell’inconscio collettivo. Queste figure sono simboleggiate dalla posizione e dagli aspetti di Luna e Venere nei temi maschili, di Sole e Marte in quelli femminili; inoltre sono quasi sempre proiettate, motivo per cui la loro integrazione risulta particolarmente complessa[23]. Infine si può giungere al “centro”- ma forse sarebbe meglio dire al “fondamento”- della personalità, che è simboleggiata dal Sole, il “veicolo” attraverso il quale “la totalità della psiche, il Sé, diviene manifesta”[24].

 

Figura 9: esempio di integrazione riuscita: il Sole-Leone è trigono alla Luna-MC in Sagittario. Giove, anch’esso al MC, è dominante insieme a Nettuno (governatore dell’Ascendente). Tipo intuizione-sentimento, cha ha saputo esprimere brillantemente la sua individualità profonda-Leone attraverso una attività spropositata di volontariato (Nettuno) e una ricerca spirituale che l’ha portata ai vertici di una setta neopagana.

 

 

L’integrazione tra il piano della personalità, indicato dalle case, e quello dell’inconscio collettivo, indicato dai pianeti e dai segni permette da un lato di sentire in modo più personale le tendenze simboleggiate dal Sole e dalla Luna (intesi come pianeti più importanti), dall’altro di percepire in modo più profondo le istanze dell’Ascendente e dei pianeti collegati, non più come superficie ma ora come centro della personalità, in una sintesi finalmente riuscita. Alcune raffigurazioni e simboli esposti da Jung in “Psicologia e alchimia”, come l’aquila dalle due teste o il REBIS ermafrodito, possono forse esprimere efficacemente l’avvenuta integrazione dei due pilastri della personalità.

 

 

 

Figura 10: il REBIS, simbolo della piena integrazione della personalità, ha una testa maschile e una femminile, simbolo di Sole ed Ascendente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


[1] P. Granger, “La luna nera”, editore Armenia, pag.  47.

[2] J. Jacobi, “La psicologia di C.G.Jung”, editore Bollati Boringhieri, pag. 26.

[3] H. Sasportas, “Le dodici case”, editore Mediterranee, pag. 44.

[4] Vedi L. Greene, “La relazione interpersonale”, editore Astrolabio, Cap. 3.

[5] Vedi C.G. Jung, “Tipi psicologici”, editore Boringhieri, “Definizioni”. “Io definisco enantiodromia l’emergere nel tempo dell’opposto inconscio. Questo fenomeno, caratteristico, si verifica tutte le volte che la vita conscia è dominata da un orientamento unilaterale, per cui a lungo andare nell’inconscio si viene a creare una posizione opposta, altrettanto forte, che si manifesta prima inibendo le prestazioni della coscienza poi interrompendo l’orientamento conscio”.

[6] A. Barbault, “Trattato pratico di astrologia”, editore Astrolabio, pag. 194.

[7] S. Arroyo, “L’Astrologia e i quattro elementi”, editore Astrolabio, pag.  166.

[8] J. Jacobi, ibid., pag. 42.

[9] C.G. Jung, ibid., pag. 323.

[10] J. Jacobi, ibid., pag. 44.

[11] J. Jacobi, ibid., pag. 44.

[12] C.G. Jung, “L’io e l’inconscio” vol. 7 delle opere complete, editore Boringhieri, pag. 192.

[13] Secondo Arroyo ad esempio “l’Ascendente simboleggia un aspetto importante […] nel senso che semplicemente dobbiamo vivere ed esprimere noi stessi in quel modo per sentirci liberi e totali”. Questo è vero ma occorre cautela.

[14] Vedi C.G. Jung, ibid., “Anima e Animus”.

[15] J. Jacobi, ibid., pag. 46.

[16] C.G. Jung, ibid., pag. 155.

[17] C.G. Jung, ibid., pag. 156.

[18] Vedi C.G. Jung, “Tipi psicologici”, Definizioni.

[19] Vedi R. Assagioli, “Principi e metodi della psicosintesi terapeutica”, editore Astrolabio,

[20] H. Sasportas, ibid., pag. 46.

[21] L. Greene, ibid., pag. 33.

[22] Vedi S. Arroyo, “Astrologia karma trasformazione”, editore Astrolabio, pag. 27-33. Anche se l’autore collega decisamente le case d’acqua i fattori karmici, anche solo da un punto di vista psicologico le sue analisi sono di grande valore.

[23] Vedi L. Greene, ibid., “Il partner interiore”.

[24] L. Greene, ibid., pag. 32.

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